Che la durata della vita dell’uomo sia aumentata nell’ultimo secolo è un dato di fatto. Per quanto i prossimi decenni possano essere fecondi dal punto di vista delle ricerche scientifiche però, è quanto improbabile che l’uomo riesca in tempi brevi a diventare immortale e anche in questo caso, non sarebbe il primo essere vivente a raggiungere l’obiettivo. Esiste infatti una particolare specie di medusa, chiamata Turritopsis nutricula, capace di invertire il proprio ciclo biologico: un po’ come Benjamin Button, il protagonista del celebre film con Brad Pitt, arrivata ad una certa età, invece di invecchiare e morire, ringiovanisce. Il processo “inverso”, grazie al quale la piccola medusa, che misura un diametro di pochi millimetri, ritorna al suo stato iniziale, viene chiamato transdifferenziazione (o transdifferenziamento) , lo stesso che sta alla base della rigenerazione di organi danneggiati in alcune specie del mondo animale.
La Turritopsis nutricula si sviluppa seguendo due stadi: nel primo è simile ad un piccolo polipo, è infatti dotata di tentacoli utili per la caccia sottomarina, nel secondo si trasforma da polipo in medusa, con lo sviluppo di più tentacoli (passa da una decina a oltre 80). Mentre le normali meduse vivono al massimo qualche anno e muoiono dopo essersi riprodotte, la Turritopsis nutricula riesce ad invertire il processo di invecchiamento tornando allo stato di polipo. Il mutamento è dovuto all’azione delle cellule che da specializzate si ri-trasformano in cellule non specializzate, tipiche della fase giovanile: il fatto che la medusa riesca a eseguire questo mutamento su tutta la propria struttura cellulare per un numero indefinito di volte, la rende virtualmente immortale: non perisce a causa della vecchiaia, anche se, ovviamente, può essere mangiata da altri predatori del mare (un po’ come gli Highlander, ai quali bisognava staccare necessariamente la testa affinché passassero a miglior vita)
La scoperta di questa sensazionale “rinascita” risale ad alcuni anni fa ed è opera di scienziati italiani: il professor Ferdinando Boero , docente di zoologia e biologia marina presso l'Università degli Studi di Lecce, e Stefano Pirainodell'Istituto Talassografico CNR ''A.Cerruti'' di Taranto. Nonostante il clamore suscitato ai tempi della scoperta, gli studi vennero interrotti, ma la medusa, nel corso degli anni ha continuato a moltiplicarsi e oggi siamo arrivati ad un punto di estrema pericolosità per l’ecosistema marino. Secondo quanto affermano gli scienziati c’è il rischio concreto che il marevenga letteralmente invaso da questa medusa immortale. Bisogna quindi trovare un modo per diminuire il numero di esemplari di questa particolar risma specie se non si vuole mettere a repentaglio la vita di altri abitanti degli abissi. Da questa storia ricaviamo quindi due riflessioni: la prima è che la natura è sempre pronta a stupirci, quanto e più della scienza umana. La seconda è che, forse, come ci si preoccupa della proliferazione di una medusa virtualmente immortale nei mari, sarebbe anche il caso di chiedersi come sarebbe la vita sulla Terra se gli esseri umani allungassero ulteriormente la propria vita o divenissero immortali…
(Wired)
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