ROMA - Un rapporto entro sei mesi sulle questioni sollevate dalla creazione della prima cellula batterica sintetica: all'indomani dell'annuncio dei risultati ottenuti dal biologo americano J.Craig Venter, il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha chiesto alla commissione di bioetica della Casa Bianca di redigere uno studio approfondito. Obama ha detto che i nuovi sviluppi sollevano "timori autentici". Mentre possibilista e cauto appare il Vaticano, con un cenno di apprezzamento per il valore della scoperta dal capo dei vescovi cattolici, cardinale Bagnasco. La Casa Bianca. "In questo studio - è la richiesta del presidente agli esperti di bioetica - la Commissiona dovrebbe considerare i benefici potenziali per la medicina, l'ambiente, la sicurezza e in genere per la ricerca. E allo stesso tempo i rischi potenziali per la salute, la sicurezza e altro". La commissione, dice Obama, "dovrebbe esprimere raccomandazioni sulle azioni che il governo dovrebbe intraprendere per far sì che l'America goda dei benefici di questo campo della scienza in evoluzione, nello stesso tempo identificandone gli appropriati confini etici e minimizzandone i rischi identificabili". I vescovi cattolici. La creazione della cellula artificiale "è un ulteriore segno della grande intelligenza dell'uomo". Così, a Torino, il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, prima di entrare in Duomo per visitare la Sindone, insieme ai pellegrini della diocesi di Genova, ha commentato la notizia della nascita della prima vita artificiale .
"Non conosco i termini precisi della questione - ha spiegato il cardinale - ho letto solo i titoli sui giornali questa mattina, ma certamente se le cose stanno così questo è un ulteriore segno dell'intelligenza, dono di Dio per conoscere meglio il creato e poterlo meglio ordinare". E poi ha agginto: "D'altra parte l'intelligenza non è mai senza responsabilità, quindi ogni forma di intelligenza e ogni acquisizione scientifica deve sempre essere commisurata alla dimensione etica, che ha a cuore la dignità vera di ogni persona nella prospettiva del creato". "È necessario saperne di più". La Santa Sede, per bocca del portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, riguardo all'annuncio della prima cellula artificiale costruita in laboratorio e capace di dividersi e moltiplicarsi come qualsiasi altra cellula vivente, si muove con cautela: "È necessario aspettare di saperne di più". "Non creazione, ma manipolazione". Anche monsignor Elio Sgreccia, presidente emerito della Pontificia Accademia per la Vita, sul risultato raggiunto negli Stati Uniti presso l'istituto del genetista Craig Venter, invita ad aspettare ulteriori notizie. "Non siamo ancora alla creazione di una cellula artificiale", quanto piuttosto alla "manipolazione del genoma", ha detto Sgreccia che ha aggiunto: "ciò non vuol dire che non ci sia una responsabilità. Bisogna vedere che cosa si vuole creare". "Un importante passo in avanti". Il giorno dopo la notizia della prima vita artificiale, il professor Ian Wilmut, 'papà' della pecora Dolly commenta: "I ricercatori hanno dimostrato grande abilità tecnica con il loro lavoro per modificare un organismo, introducendo un intero genoma. Si tratta di un passo avanti interessante nella nostra capacità di allevare organismi con specifiche caratteristiche". Uno studio, quello sugli organismi con caratteristiche specifiche, che l'uomo sta portando avanti da molti anni, per trovare le soluzioni più utili ai suoi bisogni. "I lieviti sono stati modificati per renderli più idonei alla produzione di birra, vino o pane. Questa nuova ricerca potrebbe estendersi in campi che non possiamo ancora immaginare".
Veronesi: "Una conquista notevole". La cellula artificiale di Craig Venter è ''una conquista notevole perché dà
all'uomo la percezione della forza del suo intelletto'', afferma l'oncologo Umberto Veronesi, che però aggiunge: se ideologicamente è un grande passo in avanti, praticamente non succederà niente di concreto nei prossimi anni. L'unica implicazione immediata sarà un'esplosione della ricerca sul Dna''. Il direttore scientifico dell'Istituto europeo di oncologia ha poi aggiunto:''Non bisogna avere né paura né aspettarsi grandi miracoli per la medicina'', anche se questo tipo di ricerca ''è già molto intenso, ma con questa scoperta cominciamo a renderci conto che l'applicazione dei sistemi informatici alla ricerca sul Dna questa volta raddoppia il suo interesse, perché possiamo costruire Dna in laboratorio''. Molto tempo prima di vedere effetti pratici. D'accordo con Veronesi è Paolo Vezzoni, direttore del Reparto Genoma Umano dell'Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR di Milano, secondo il quale il significato più grande che ha la creazione della prima cellula sintetica ''è un significato più che altro filosofico, perché per le ricadute pratiche, se ce ne saranno, bisognerà aspettare molto tempo''. ''La produzione di farmaci che si è ipotizzata - ha detto Vezzoni - non è sicuramente immediata. Per quanto riguarda gli sviluppi futuri la scoperta apre una via in linea teorica: potrà aiutare nella manipolazione dei genomi, ma anche questa non è una cosa così immediata e la manipolazione di batteri per produrre farmaci c'era già''. Critiche e perplessità. Il risultato ottenuto da Craig Venter ha suscitato critiche da parte di personalità come il professore britannico Tom Wakeford, direttore di etica e del Centro di ricerche biologiche dell'Università di Newcastle: "Cio che più spaventa, dal punto di vista etico - ha scritto sulle colonne dell'Independent - è l'interesse commerciale di Venter. Per lui l'innovazione avviene sotto l'egida del segreto commerciale e poi rivela il futuro al mondo e questo è profondamente antidemocratico e va contro l'apertura e la trasparenza che caratterizza la buona scienza". Non è nuova l'insofferenza del mondo scientifico per la strategia di Venter, che ammanta di segreto le proprie ricerche senza condividerle, prima di aver ottenuto il risultato, con la comunità scientifica internazionale. La segretezza che circonda il suo laboratorio di Rockville è leggendaria, e il luogo è perfino oscurato per il servizio Google street view, che fotografa a fini orientativi tutte le strade del mondo.
(LaRepublica)
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