Craig Venter, il ragazzaccio della biologia, l'ha fatto ancora. Dieci anni dopo la corsa al genoma umano, nella quale aveva bruciato tutti sul tempo tutti i concorrenti, è stato il primo a creare la vota in laboratorio creando il primo organismo completamente sintetico. La suo "Synthia", una cellula batterica progettata a tavolino, presentata giovedì scorso ha lasciato a bocca aperta, e certamente e un po' preoccupati, colleghi e bioeticisti.
L'exploit promette di rivoluzionare le biotecnologie per la produzione di farmaci e biofuel, e lo mette già in odore di Nobel. Ma a stupire, è soprattutto la sicurezza con la quale questo scienziato americano di 63 anni è arrivato al risultato. Venter aveva già dichiarato l'idea di creare Synthia nel 2005 e, da veterano del Vietnam qual'è, ha marciato a tappe forzate verso il suo obbiettivo. Nel 2006 il suo istituto ha brevettato il genoma del "Mycoplasma laboratorium", un batterio inedito e tuttora virtuale con un "kit genetico minimo" per la vita di cui ha pubblicato tutta la sequenza per renderlo "open source". Nel 2007 ha costruito il primo cromosoma artificiale insieme al suo amico e collaboratore di sempre. Il Nobel Hamilton Smith. Lo scorso febbraio, nei suoi laboratori di la Jolla, a San Diego, mi spiegava con tono talmente sicuro da suonare quasi spaccone, che il suo team era già riuscito a creare batteri ogm in grado di sintetizzare direttamente gli idrocarburi, aprendo una nuova frontiera nella produzione di biofuel. Il prossimo passo, quello di un organismo completamente sintetico come Sinthia: "è vicino"mi spiegava con aria sorniona. E c'è da credere che mentre parlavamo, le provette del suo laboratorio già ospitassero Synthia.
Irriverente e audace, sia come scienziato che come imprenditore, Venter sa bene che molti lo considerano arrogante ma si considera un «un buon direttore d'orchestra, piuttosto che un solista geniale». "La vera svolta nella biologia sintetica - spiegava - è arrivata lo scorso autunno, quando abbiamo mostrato che è possibile trasferire interi cromosomi da un batterio in organismi più evoluti, dove possiamo modificarli inserendo i geni necessari per poi reintrodurli in una nuova cellula batterica. In questo senso parliamo di organismi "sintetici" perché fino a oggi non esistevano in natura". Il gigante petrolifero Exxon Mobil ha già dimostrato di credere iun questa visione finanziando con 600 milioni di dollari un vasto programma di ricerca e sviluppo delle tecniche biotech di Venter. "Le ricadute sono enormi - mi spiegava in una San Diego che vede nella bioingegneria la strada hi-tech per uscire dalla crisi - perché quella che stiamo sviluppando è una piattaforma biologica molto sofisticata che apre la strada alla produzione di moltissime sostanze, dagli idrocarburi utilizzati dalla filiera energetica a molecole di interesse industriale, come inedite fibre per il tessile e farmaceutico come nuovi antibiotici".
Alle critiche di chi lo accusa di "giocare a fare Dio" Venter ha ormai fatto il callo, ma non rinuncia ad argomentare le sue risposte. "Le stesse accuse sono state rivolte a chi eseguiva i primi trapianti d'organo, ma i benefici per l'umanità sono stati innegabili ed enormi - mi spiegava - Certo, sono tecnologie sofisticate e potenzialmente pericolose nelle mani sbagliate, ma strettamente regolate".
(Wired)
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