Il primo accorgimento da adottare se si vuole, per quanto è possibile, spiegare scientificamente l'evoluzione del gioco del calcio è non dare troppo retta ai giocatori. Non ci sono sportivi al mondo più conservatori dei calciatori. E forse non ci sono appassionati di sport più conservatori dei tifosi di calcio.
Le regole sono immutabili, al contrario di quanto accade in altre discipline. Pensate alle rivoluzioni provocate dal tie-break nel tennis, piuttosto che dal tiro da 3 punti nel basket o dalle moviole in campo introdotte negli sport professionistici Usa e nel rugby. Ma non è solo una questione di regole, spesso disturba anche la semplice evoluzione tecnologica degli strumenti di lavoro.
Scarpe a parte (perché gli sponsor pagano subito), i calciatori si lamentano di qualsiasi novità. Ultimo il pallone dei Mondiali, l'ormai famoso Jabulani (vuol dire festeggiare, nella lingua degli indigeni Zulu). Tutti i portieri hanno protestato: "Fa schifo", il giudizio più benevolo dei vari Julio Cesar, Buffon e Casillas.
"E' come un pallone da spiaggia, ingestibile, le traiettorie sono incontrollabili, è troppo leggero". Troppo leggero? Come, troppo leggero? Il peso del pallone è stabilito dal regolamento, può andare dai 420 ai 450 grammi, non si sgarra. EJabulani pesa 445 grammi, quasi il massimo consentito.
La verità è che l'evoluzione del pallone ha una storia che naturalmente s'intreccia con gli sviluppi di matematica, fisica e ingegneria. Per grandi linee, Nicola Ludwig, ricercatore di fisica dell'Università di Milano, la riassume così: agli inizi era fatto di fasce di cuoio cucite fra di loro; poi, più o meno dal 1970, si cucirono insieme 12 pentagoni neri e 20 esagoni bianchi. In entrambe queste fasi storiche si trattava di realizzare una struttura sferica partendo da oggetti piani da cucire fra di loro: ovvio che la sfera non potesse essere perfetta.
Negli ultimi anni sono stati realizzati passi da gigante: si sono cominciate a utilizzare superfici curve termosaldate, quindi senza cuciture. Questo ha reso i palloni più rapidi, ma paradossalmente troppo sfericamente perfetti e quindi più esposti alle forze devianti. E' quello che accadeva con Teamgeist, usato ai Mondiali di Germania: traiettorie zigzaganti ma perdita di velocità in moto.
Jabulani, con l'aggiunta di minuscole asperità artificiali, tenta di ovviare a questo inconveniente, rendendo le traiettorie più veloci, ma meno imprevedibili. Il contrario di quello che denunciano i portieri. Il problema semmai è che i ricercatori che hanno messo a punto Jabulani pare abbiano sottovalutato gli effetti dell'altitudine (e comunque i portieri sopra citati si erano lamentati ben prima di arrivare in Sudafrica).
(Wired)
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